mercoledì 24 luglio 2013

Un'avventura davvero affascinante: il racconto di Maurizio Vettorato



Tentativo di record salita e discesa con sci Mutzagatha‏ 

L’alpinista Maurizio Vettorato racconta “Come ogni grande idea, anche per questa, ci sono volute più di una persona, per cercare di riuscire nell'impresa. La collaborazione è essenziale, ed in questo caso, sono molto contento della preparazione fisica e psicologica. A mio parere, sono stati raggiunti i massimi livelli al mondo, senza contare la maturità che negli anni si è sviluppata e che sicuramente senza la quale, molto probabilmente, non sarei qui a raccontare questa avventura. Quindi, a parte la non conquista del record o della salita in solitario, è stata un'esperienza molto più che positiva. Quando sono partito dal campo base, non avrei mai detto di essere così pronto, ma evidentemente la preparazione dell'inverno, l'attenzione con l'alimentazione e gli aiuti e consigli di tutto lo staff tecnico, hanno avuto ragione. Tutto è stato fatto con criterio, seguendo uno schema con serietà e precisione, a partire dalla testa, il fisico, i materiali, e la calma che bisogna avere per affrontare determinate situazioni da soli. Io volevo fare da solo dal campobase in poi, e così ho fatto. Dalla preparazione dei materiali, alla scelta delle cose da mettere nello zaino, alla posizione delle barrette e la quantità da portare, ad un minimo di medicinali e quali. Certo che, anche solo una mano a partire dal campo base con giusto assetto sarebbe stata gradita, ma l'intento era di portare al massimo lo stress e vedere di riuscire a cavarsela in ogni situazione da soli... Fino a quando non ho perso i pantavento, ero nei tempi giusti che mi ero prefissato per arrivare in cima. Quattro ore per arrivare al campo 2, e così è stato. Sono 1800 metri di dislivello, a quella quota, salendo sicuramente il ritmo sarebbe diminuito, inoltre, bisogna mantenere energia, non solo per arrivare in cima, ma anche per un' eventuale emergenza, saperla dosare molto bene... Quando ho deciso di entrare nella tenda al campo 2 , non ero sfinito, ma il vento molto freddo che penetrava e rimaneva all'interno dei pantaloni, trasferiva il freddo ai piedi, quindi non sarei durato a lungo continuando, anche perchè, salendo, la temperatura diminuiva repentinamente... Riparandomi mi sono salvato la vita e non ho peggiorato il principio di congelamento ai piedi ... Ora sono a casa e mi sto curando con tintura madre di arnica, dovrebbe servire a riattivare la microcircolazione ai piedi... Tornando a questa spedizione, mi sembra che sia girata male da quando sono atterrato in Cina. Avevo passato gli ultimi giorni in Italia , in una sala ipossigenica per simulare la bassa concentrazione di ossigeno che c'è a 5500 /6000 metri di quota. In quella stanza, con tutte quelle macchine accese e l'impianto di condizionamento rotto, c'erano ben 40 gradi. Avevo scelto questa opzione , perchè non volevo sforzare la spalla andando a sciare, che mi ero lesionato un paio di settimane prima con una brutta caduta in montagna, quindi, data la mia imminente partenza dovevo risparmiarla un pochino... Per non perdere l'acclimatamento, dovevo andare di cosa al campo base appena atterrato, invece, l'agenzia con la scusa della strada interrotta da grandi flussi d'acqua causati dal disgelo, ha ritardato di un giorno la partenza, che sommata alla perdita di acclimatamento già avvenuta con i tre gg di viaggio, si è ulteriormente accentuata... Partiti alle 5,00 di mattina con la macchina, dopo 4 ore di viaggio eravamo allo sterrato, ed in due ore di cammino, sono arrivato al campo base... Dopo aver montato la tenda e sistemato alcune cose, sono partito per andare al campo uno, tanto per vedere come stavo ad acclimatamento. L'ho raggiunto in due ore e mezza... bene , considerato tutto... Il giorno dopo sono andato a fare un giretto all'altro campo base, un oretta a piedi. Una volta arrivato li, un controllo da parte della guardia, scopre che non risultava il mio permesso per salire la montagna, notare che io avevo pagato ben 6 mesi prima. Quindi, dopo 3 ore di telefonate e chiacchere quasi inutili, il risultato è che dovevo lasciare i campi il giorno in cui sarebbero andati via gli americani ed i cinesi della spedizione già in atto... Pena l'arresto ed il conseguente pagamento del permesso da solo, ben 15000 dollari! Visto che ero solo, e davo poco nell'occhio, l'agenzia aveva tentato di infilarmi nel gruppo senza pagare la quota! Tutto questo trambusto non giova sicuramente alla concentrazione... Aggiungiamo poi tre giorni di blocco al campo uno per maltempo, con impossibilità di salire la montagna a tappe, ho dovuto per forza di cose fare un solo tentativo, con il risultato ottenuto , ma che comunque non sarebbe stato migliore, visto che, dei grossi crepacci prima della cima impedivano l'ascesa, che invece, sarebbe stata possibile conquistare dall'altra via, partendo dall'altro campobase... Non avendo avuto i problemi di permesso, mi sarei fermato ed avrei tentato questa opzione... Ma le cose quando non dipendono solo da noi stessi, possono non essere come ci aspettiamo che siano, e visto che proprio tutto da solo non si può fare, bisogna anche accettare il fatto di essere al mondo e di condividerlo con altri... Per finire, ho trovato grossi problemi negli aeroporti del viaggio di ritorno, sia per il peso dei bagagli, (che all'andata erano ok ) sia per il pagamento della sacca degli sci, (che all'andata era tutto ok ), e come se non bastasse, la sacca non è ancora arrivata.... Desidero ringraziare chi riceve queste mail di aggiornamento, sia per l'attenzione che per l'eventuale ripubblicazione o comunicazione condivisa su altri media, rendendo così, pubblica un'impresa che oltre al valore umano, ne ha uno altissimo dal punto di vista scentifico. La collaborazione con l'università di Padova, medicina sportiva, con psicologi , con aziende leader nel mondo per quanto riguarda la produzione di integratori naturali e aziende leader nel loro settore per produzione di attrezzature tecniche, abbigliamento e calzature, ed un notevole staff tecnico, dal metereologo, al responsabile della sicurezza, ai tecnici sulla barca ... che saranno tutti impegnati con me, per realizzare la seconda parte di questo programma, che prevede la traversata in solitario su un catamarano di 5,4 mt, dell'oceano Atlantico, dalla Bretagna a Guadalupa... Partenza agosto prossimo…”. Maurizio Vettorato.

BARBARA BRAGHIN

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